Asiago d’Allevo.
"Tristezza e gioia sono
emozioni della stessa natura"
(Emilio Lussu - Un'anno
sull'altopiano)
Cari topini; questa volta
per introdurre una nuova meraviglia casearia del nostro bel paese vi
riporto le parole di uno dei tanti giovani ragazzi che durante la
prima guerra mondiale combatte sull’altopiano d’Asiago.
In questi
luoghi dove tanti italiani persero la vita, nasce un prodotto le qui
origini storiche si perdono nella notte dei tempi.
Nel corso degli
anni oltre alla produzione di quello d’Allevo (con una stagionatura
minima di sei mesi) s’affiancò quella del cosiddetto “Pressato”
che iniziò a fare capolino nei primi anni del secolo scorso.
La zona
di produzione d’entrambi relegata originariamente ai sette comuni
dell’altopiano ora, grazie ad una legislazione a maglie larghe,
arriva fino ai confini dell’autostrada A27 comprendendo la
provincia di Treviso.
Come sapete su questa
teoria d’allargare le zone di produzione sono sempre molto scettico
perchè se facciamo un confronto tra un Asiago proveniente dalla zona
storica ed uno prodotto a fondovalle o da zone di nuova acquisizione
ci troviamo di fronte ad una vera e propria fossa della Marianne
sotto il profilo gustativo ed olfattivo.
Prodotto utilizzando solo
la mungitura mattutina; quest’Asiago d’allevo ha circa
quattordici mesi di stagionatura e proviene dagli alpeggi vicentini.
Il colore giallo carico
non solo rimarca il grado di maturazione del formaggio ma anche il
tipo d’alimentazione delle vacche basato sulle erbe di campo.
Al gusto si certifica una
nota di piccantezza, frutto dell’età.Granitico e Friabile. Si
riscontra una leggera occhiatura.
Come vi dicevo in
precedenza, sono presenti sul mercato Asiago d’Allevo prodotti a
fondovalle che si presentano di un colore giallo chiaro tendente al
neutro con poca carica olfattiva.
Informatevi da dove viene
l’Asiago che state comprando!!!
Con un formaggio di questa
struttura consiglierei un vino rosso non eccessivamente di corpo ma
nello stesso tempo con spiccate sensazioni floreali. Ci serve un vino
asciutto e moderatamente sapido.
Per chiudere quel cerchio storico
che ho aperto all’inizio proporrei un Monica di Sardegna; vino
proveniente da quella terra che diede i natali a molti giovani
appartenenti alla Brigata Sassari che morirono sull’Altopiano
vicentino durante la Grande guerra.
Cari topini; spero che questo formaggio storico oltre ad aver "acceso" il vostro olfatto abbia risvegliato in Voi il ricordo di un evento che segnò duramente l'Europa per l'intero secolo scorso.
Alla prossima dal vostro
Gulliver.
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